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Con la sua lunga barba, la sua proverbiale quiete De Lucchi spiega a un foltissimo pubblico le possibilità – non solo architettoniche – di come inserire il nuovo nell’antico.

Un’adiacenza possibile suggerisce il titolo del suo intervento, una filosofia di vita quella del rapporto rispettoso tra nuovo e antico.

Durante la serata De Lucchi racconta i tanti progetti della sua carriera e parte citando Steven Johnson e il suo libro “Dove nascono le grandi idee, storia naturale dell’innovazione”, lo cita per raccomandare alla platea la ricerca indefessa delle buone idee e per suggerire un metodo che è proprio quello di muoversi nell’adiacente possibile. Il nuovo nell’antico è un modo per cercare le idee, oggi in questo mondo tecnologico avere idee è sempre più emozionante e stimolante.

De Lucchi osserva che esiste una natura sulla quale l’opera dell’uomo ha preso il sopravvento, un sopravvento che prima ci ha stupito e adesso ci spaventa e che qualunque intervento debba considerare questo contesto soprattutto in Italia. L’Italia è davvero la culla dell’antico e un paese dove la grandezza della natura racconta i suoi diritti. Oggi l’architettura non può essere più definitiva, quello che fanno gli architetti non deve durare per sempre.

C’è un’istanza però importante, in ogni caso dobbiamo andare avanti sempre con ambizioni migliori e dobbiamo prenderci cura della natura, dobbiamo imparare a “fare cose” temporanee, non da buttare ma da riutilizzare. Una soluzione interessante che proviene direttamente dall’arte è l’istallazione, oggi l’architettura deve poter essere concepita come un’istallazione.Bisogna sviluppare un concetto di non permanenza.

Bisogna saper dare valore alle cose, un valore riconosciuto e omogeneo. Dare valore alle cose è difficile, ma io ho un trucco dice De Lucchi. Molto spesso non distinguiamo più le cose dalle cose, dobbiamo essere capaci di estrapolare le cose dai contesti, continuiamo a disegnare oggetti (anche un edificio è un oggetto) e gli oggetti sono sistemati sulla terra e la loro sistemazione determina i contesti. Sono gli oggetti che creano gli spazi. Come questo bellissimo portico di Palazzo Venezia che ha trovato questo spazio incantevole in questo giardino, deve però essere valutato anche da solo.

Gli animali non creano oggetti o almeno non possono creare oggetti diversi da quelli che fanno per necessità. E’ vero che gli uccelli fanno il nido e le api l’alveare ma non possono fare un nido più bello o un alveare più bello (cit. Gio Ponti) la differenza tra uomini e animali sta nella creazione di oggetti ma soprattutto nell’errore. A volte gli uomini commettendo errori fanno cose più belle. Il rapporto con l’errore è quello con la possibilità di crearsi nuove competenze che senza l’errore non sarebbero esistite.

Dobbiamo imparare a vedere le cose fuori contesto e da punti di vista differenti. La parola “discreto”  viene da discernere, distinguere … l’arte per esempio ci aiuta a distinguere ciò che ha valore e ciò che non ne ha. C’è un antropologo israeliano Yuval Noah Harari che sostiene che le cose hanno valore per la fiducia che noi gli diamo. Tutti noi diamo fiducia a quei pezzi di carta che chiamiamo soldi. La nostra fiducia è una fiducia nell’autenticità. Questa definizione della fiducia può darci una chiave per attribuire il valore alle cose.

La serata poi si è chiusa con una risposta di De Lucchi a una giovane ragazza che chiedeva il destino del nostro paese e De Lucchi ci ha dato speranza.

Il potenziale italiano si esprimerà nel tempo, abbiamo così tante belle città, villaggi, borghi e natura. Siamo tanti in un paese piccolino e stiamo facendo molto nonostante non sembri. Per esempio questa serata qui, in un monumento bellissimo di Roma come Palazzo Venezia, dove abbiamo eretto un palco in un giardino di ghiaia per parlare di architettura è già moltissimo e questo non avviene ovunque.

Nerina @nerinadinunzio #artwordit 

INFO: 

PHOTO CREDITS: la foto di copertina è dello STUDIO DE LUCCHI presa dal sito ufficiale

Nota Bio (brevissima): Michele De Lucchi è nato a Ferrara nel 1951 e si è laureato in architettura a Firenze. Ha fondato e frequentato grandi movimenti come Cavart e Alchymia and Memphis, ha disegnato mobili per le più grandi aziende italiane e europee, ha sviluppato progetti per Compaq Computers, Philips, Siemens and Vitra, ha disegnato e restaurato palazzi in Giappone, Germania, Svizzera e Italia per Enel, Olivetti, Piaggio, Poste Italiane, Telecom Italia; ha disegnato e progettato per musei, istituzioni e luoghi d’arte come Triennale di Milano, Palazzo delle Esposizioni di Roma, Neues Museum Berlin,  le Gallerie d’Italia in Piazza Scala a Milano e molto altro. Michele De Lucchi è senz’altro uno dei più conosciuti e amati architetti e designer italiani nel mondo. Grande clamore è attenzione ha suscitato il suo progetto di light deisgn per la Pietà Rondanini.

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