Giulia si taglia i capelli raccolti in una lunga coda e si riempie la bocca di questo silenzio assordante, di protesta, di calma, di contenuto intimo ma universale, si rilassa mentre si trasforma, si trucca, si sporca, si scopre. Ma saranno solo 5 i kili dei suoi pensieri, non permetterà al dolore, alla malattia, alla sua città, Napoli, di prendere il sopravvento. Sarà cinica, dolcemente ironica, giustamente offesa, intensamente compresa, sarà Giulia, nelle foto, negli arazzi, nelle performance, sarà Giulia responsabile delle sue azioni, pensante, obiettiva, concretamente attenta.
Rischi minori non esistono, esiste solo il gioco d’azzardo della vita, il gioco vero, pulito, ardito, il gioco di tutti i giorni dove si accetta tutto tranne i compromessi. Il coro è il risultato delle voci individuali. Il letto ha i suoi confini, la malattia è la gabbia, l’arte le ali.
San Gennaro sarà giallo, Napoli sarà perdente e poi le finestre colorate aperte e chiuse sul mondo, la redenzione della fantasia, lo svincolo geomentrico, le divise piegate e ricoperte di lattice, appese al muro delle attese, in un paese dove morire sul lavoro non è una notizia.
Tutto parla e Giulia tace, seduta a pensare, seduta a creare e poi in piedi con un pallone da calcio in testa, davanti ad una fabbrica dismessa, la fabbrica degli interessi, degli arresti, della mafia, della sera nelle case, dove la felce è verde e il cielo è ancora blu.
Giulia, Giulia, Giulia.
Non ti riconoscevo per un pelo, non ti riconoscevo perchè avevo perso il ritmo, poi ho varcato la soglia, oscurato la luce elettrica della mia cella con la mia femminilità e ritrovato il sole, ogni giorno.
Ti ho lasciato una scarpa a terra, senza chiodi, senza tacchi, la troverai in fonda alla sala.
(25 gennaio > 2 aprile 2011 – Giulia Piscitelli – RISCHI MINORI – Fondazione Giuliani Roma, Via Gustavo Bianchi, 1)
un grazie particolare a Adrienne Drake, Direttore della Fondazione Giuliani, per la sua soavità.