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Sabina ha sempre amato Chagall, visto mille volte, incontrato mille volte e così credevo anche io.  E poi il bianco sfrontato dell’Ara Pacis che invita ad entrare ed io che lo vedo come si vede qualcuno per la prima volta, in un’apertura di sorriso dolce e con occhi pieni di cielo e consapevolezza.

Nella mostra “Il mondo sottosopra” c’è un bellissimo film che racconta Chagall e il suo secolo di conquiste.

Come conquistare l’amore, la pittura, l’amicizia, superare i confini, restare intrappolato e poi spiccare il volo, così come volano tutti i personaggi dei suoi quadri, come il cavallo blu, il violinista, gli uomini e le galline.

Ti strappa quel pianto commosso che ignora gli altri, questo film, ti strappa quelle emozioni lì, che di solito rimuovi nel quotidiano salmodiare: lavoro, casa, famiglia.

Dipingo non ciò che vedo ma ciò che possiedo, deve dire più o meno così  in quel suo francese con l’accento bielorusso.

Ciò che Chagall possiede nell’anima è una nuova visione del mondo: un mondo onirico e per questo ancora più vero e più tangibile e più denso perchè partorito dall’inconscio.

Tutto torna, è il tema dell’espressione e quando trovi il tuo di modo, il mondo ti restituisce uno spazio e un tempo e un riconoscimento. Così Chagall è l’artista eterno, il protoartista, il redento.

Chagall non ha fatto altro che esprimersi, e quando parla della tecnica e quando spiega a chi lo vuole ascoltare, che conta solo la “chimica” evoca Jung, Mozart e in qualche modo Dio.

A proposito di Dio, nei quadri di Chagall c’è anche Cristo in tutta la sua lumisosa bellezza anticlericale, Cristo crocifisso, uomo vero e Dio al contempo.

E come sono belli quelli che si amano nei quadri di Chagall, che si baciano, cercando il bacio con il corpo e la testa e l’uomo si inclina, inclina tutto il suo corpo all’indietro e poi ancora in avanti a cercare la bocca della sua donna, sa femme.

Volano gli amanti, volano nei quadri o si stringono testa a testa sopra al paesaggio e Chagall sorride e dice di non sapere il perchè, il perchè della pittura e le sue mani sono i suoi occhi.

Con i quadri ha difeso i più deboli e ha accompagnato i politici verso il loro inferno.

Con i quadri e poi le vetrate e le grandi opere su commissione ha condiviso con il mondo il suo sguardo, regalando speranze e soprendendo sempre, senza sosta.

Chagall sorride e tutto resta sospeso, i colori imperversano e non c’è altro che il suo blu.

Ricomincio il percorso da capo.

Prima sala, primo quadro.

(22 Dicembre 2010 – 27 Marzo 2011 – Chagall. Il mondo sottosopra – Museo dell’Ara Pacis)

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